Lettera scritta in forma di Motu Proprio da Mahat Cerasuolo,
Presidente del Popolo della Madre Terra -PMT-
Alla
Comunità Internazionale,
In virtù
del dovere irrevocabile che incombe sul Popolo della Madre Terra di
garantire, difendere l'ordine giuridico internazionale, fondato sui
principi supremi della pace, della sovranità degli Stati, della
equità, della giustizia tra i popoli e della tutela delle minoranze,
con la presente esprimo solenne opposizione all'iniziativa
recentemente annunciata da organi dell'Unione Europea e da taluni
Stati membri, concernente l'utilizzo dei beni congelati della
Federazione Russa per la compravendita di armamenti destinati a
essere impiegati nel conflitto in corso sul suolo ucraino o altre
operazioni contro la Federazione Russa, o comunque per l'acquisto di
materiale bellico.
Orbene,
occorre con rigore ricordare che l'operazione militare intrapresa
dalla Federazione Russa è stata annunciata come una misura di
protezione verso le comunità russofone presenti in Ucraina, le cui
sofferenze, discriminazioni e persecuzioni erano già da tempo
oggetto di denuncia formale dinanzi alla comunità internazionale. Le
dinamiche che hanno preceduto tale intervento si sono sviluppate in
un contesto segnato dall'insorgenza di un potere ucraino successivo a
un colpo di Stato, pesantemente influenzato da attori esterni, in
particolare dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, e da una sistematica
emarginazione delle popolazioni russofone attraverso azioni di
repressione e militarizzazione territoriale.
La
negligenza degli organismi internazionali e degli Stati garanti della
Carta delle Nazioni Unite nell’intervenire a tutela delle minoranze
linguistiche e culturali in Ucraina ha contribuito a creare le
premesse di una crisi che oggi viene narrata unilateralmente come
aggressione, celando le responsabilità pregresse e ignorando gli
obblighi internazionali in materia di protezione delle popolazioni.
In questo
quadro complesso, le sanzioni adottate dall'Unione Europea a partire
dal 2014 e rafforzate nel 2022 si fondano su atti normativi
specifici:
-
Regolamento
(UE) n. 269/2014 del Consiglio, che dispone il congelamento dei beni
e risorse economiche di soggetti responsabili di compromettere
l'integrità territoriale dell'Ucraina;
-
Regolamento
(UE) 2022/263, che estende tali misure al contesto successivo
all'invasione russa delle regioni separatiste.
Tali atti
prevedono esplicitamente il congelamento, e non la confisca, dei
beni. La titolarità patrimoniale resta in capo al soggetto
sanzionato. Il congelamento, quale misura cautelare di natura
economico-finanziaria, non può trasformarsi in uno strumento per
finanziare attività belliche, pena la violazione dei principi
fondamentali del diritto internazionale.
L'azione
prospettata dall'Unione Europea e da alcuni suoi membri, che mira
all'utilizzo permanente di tali beni per l'acquisto e la fornitura di
armamenti destinati a essere impiegati contro lo Stato proprietario,
viola gravemente:
-
Il
principio dell'immunità sovrana, sancito dalla Convenzione delle
Nazioni Unite sulle Immunità Giurisdizionali degli Stati e dei loro
Beni (2004), art. 21(1)(c);
-
Gli
articoli della Commissione di Diritto Internazionale (ARSIWA), in
particolare gli artt. 49-54, che disciplinano le contromisure,
richiedendo la loro temporaneità, proporzionalità, reversibilità
e funzione esclusiva di ripristino della legalità;
-
Il
divieto dell'uso della forza sancito dall'art. 2, par. 4 della Carta
delle Nazioni Unite, includendo l'uso indiretto attraverso strumenti
economici bellici;
-
Il
principio di legalità e di buona fede, alla base dell'intera
architettura del diritto internazionale;
-
Il
principio della titolarità patrimoniale statale, che vieta
l'appropriazione arbitraria dei beni pubblici di uno Stato sovrano;
-
Il
principio della protezione delle minoranze e della prevenzione delle
persecuzioni, elementi essenziali di ogni comunità internazionale
giusta e fondata sul diritto;
-
La
distinzione tra congelamento (asset freeze) e confisca
(appropriazione): il primo è misura di contenimento, il secondo
richiede titolo giuridico internazionale o sentenza giudiziale.
È
necessario ribadire che il tentativo di trasferire la proprietà dei
beni congelati per fini bellici costituisce non solo una frode
della titolarità, ma anche una forma di guerra
economica mascherata, con effetti destabilizzanti per
l'intero sistema giuridico e finanziario internazionale. Tale
condotta risulta inoltre incompatibile con la giurisprudenza
prevalente e la prassi delle Nazioni Unite, che non contempla la
possibilità di confiscare in via permanente i beni di uno Stato, se
non attraverso un accordo multilaterale o una decisione
giurisdizionale internazionale.
Il Popolo
della Madre Terra, agendo in nome della pace, della giustizia e della
verità storica, richiama la comunità internazionale a:
-
Rifiutare
ogni iniziativa di utilizzo di beni congelati per finalità
belliche;
-
Aprire
un'indagine giuridica internazionale sull'origine, la legittimità e
le conseguenze delle misure coercitive adottate;
-
Salvaguardare
l'immunità sovrana dei beni pubblici e delle banche centrali di
Stati terzi;
-
Riattivare
i meccanismi di dialogo multilaterale per la risoluzione della crisi
in Ucraina;
-
Sospendere
l'efficacia di qualsiasi misura che abbia come effetto il
trasferimento irrevocabile di beni congelati a fini armati.
La presente
Lettera rappresenta un appello urgente alla coscienza giuridica del
mondo, perché l'azione proposta, qualora concretizzata,
costituirebbe una violazione multipla del diritto internazionale, una
minaccia alla stabilità globale e un precedente irreparabile
nell'ordine delle relazioni tra Stati.
Che la
pace, la legalità e il rispetto della verità storica prevalgano
sulla propaganda, sull'uso arbitrario del diritto e sull'interesse
bellico. Il Popolo della Madre Terra si erge come sentinella
giuridica della comunità internazionale e chiede con forza:
giustizia, verità, legalità.
Nettuno-
Roma
29 ottobre
2025
Presidente
del Popolo della Madre Terra
Mahat
Cerasuolo